christoph bangert hello camel

Le immagini di questo libro non sono solo i documenti che spero possano dare un assaggio dell’assurdità profonda che è la guerra, ma sono anche il mio personale pianto di fronte alla normalità che si genera nei luoghi in cui predomina il caos. E, in definitiva, sono una testimonianza della mia sopravvivenza. – Christoph Bangert Tre anni dopo War Porn, Christoph Bangert e la moglie Chiho hanno appena completato il lavoro sul libro “hello camel”. Qui è possibile ordinare le copie firmate e numerate del libro.

Fotografia di Marco Pesaresi © MADRID, Arguélles

“Nelle metropolitane ho cercato di addolcire al massimo ciò che vedevo. Non ho cercato di fare del giornalismo crudo, delle immagini dure e violente. All’inizio cercavo quelle immagini poi, strada facendo, dopo Londra, mi sono reso conto che non aveva senso, non era la strada giusta da percorrere. La scelta del colore è stata fondamentale perché avevo bisogno di rappresentare il colore del metallo sporco, del ferro vissuto. Avevo bisogno di quei colori anche perché poi la luce del neon incideva, avvolgeva i visi delle persone e dava loro dei toni nel senso di vissuto, di vita, di difficoltà anche….

Parigi, 1954 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Quando fotografo amo spostarmi, muovermi. Non dico danzare come faceva Cartier-Bresson, ma insomma cerco anch’io di non essere molto visibile. Se devo raccontare una storia, cerco sempre di partire dall’esterno: mostrare dov’è e com’è fatto un paese, entrare nelle strade, poi nei negozi, nelle case e fotografare gli oggetti. Il filo è quello; si tratta di un percorso logico, normale, buono per scoprire un villaggio, ma anche una città, una nazione. Buono per conoscere l’uomo – Gianni Berengo Gardin Gianni Berengo Gardin, “Vera Fotografia – Reportage, Immagini, Incontri” (a cura di Alessandra Mammì e Alessandra Mauro) è in mostra al…

Leonard Freed_Sicilia_1975_C Leonard Freed - Magnum (Brigitte Freed)

Sono come uno studente curioso, che vuole imparare. Per poter fotografare devi prima avere un’opinione, devi prendere una decisione. Poi quando stai fotografando, sei immerso nell’esperienza, diventi parte di ciò che stai fotografando. Devi immedesimarti nella psicologia di chi stai per fotografare, pensare ciò che lui pensa, essere sempre molto amichevole e neutrale. Voglio una fotografia che si possa estrapolare dal contesto e appendere in parete per essere letta come un poema. Leonard Freed Il corpus di cento opere di Leonard Freed sarà esposto al Centro Saint-Bénin di Aosta dal 21 maggio al 20 settembre 2016, nella mostra “Leonard Freed….

Espinho (P) – oceano, coppie e gabbiano solitario / marzo 2016

“Ho sempre voluto tagliare alcune delle mie foto – spiega – in un formato che viene usato solo in genere per il video: il 16/9. È il formato panoramico del cinema e della televisione. Una suggestione visiva che in qualche modo trasfigura geometricamente lo spettacolo del mondo” – Nicola Ughi Nicola Ughi. SediciNoni. La realtà in formato cinetelevisivo sarà in mostra dal 14 al 22 maggio 2016 presso La Casa di Vetro, Milano (Photofestival). I testi che accompagnano questa galleria sono di Matteo Pelliti.

Giovanni Mereghetti, Hotel Bel Sit, migrants' stories

LA ROTTA DEGLI SCHIAVI Poco più di centocinquant’anni fa, esattamente nel 1860, iniziò il primo importante flusso migratorio dall’Italia verso le Americhe. I primi a lasciare l’Italia furono gli abitanti delle regioni del nord est, successivamente, dopo qualche decennio, il flusso migratorio ebbe inizio anche dalle regioni del sud e dalle isole. Nel 1864, in relazione al grande flusso migratorio verso il Nuovo Continente, l’armatore genovese Giovanni Lavarello organizzò, tramite la compagnia palermitana Florio, la prima traversata transoceanica di un bastimento a vapore, da Genova a Buenos Aires passando per Rio de Janeiro. Nei successivi venticinque anni vi furono oltre…

Mustafa Sabbagh, Onora il nero

Nero _ come la sfida tecnica cui mi sottopongo nel conferire multidimensionalità al colore non-colore, nel dare valore allo #000, perché l’arte è arto, e la fotografia è profondità su due dimensioni. Nero _ come ogni Cristo, ogni Satiro, ogni Narciso, tabagisti ready-made e Santi peccatori, ibridi in viaggio che si velano per svelarsi, si mascherano per vedersi, in asse con la verità identitaria di uno, in linea con la bontà selvaggia di ognuno. Nero _ come un tableau che racchiude il Male ed il Bene, la Crisi sociale ed il Riposo individuale, reificati nell’atto umano del chiudere gli occhi…

Jean Michel Basquiat Lee Jaffe

Lee Jaffe incontra Jean – Michel Basquiat nei primi anni Ottanta e lo fotografa nei loro numerosi viaggi in Svizzera, Tailandia o Giappone, così come nel su studio di New York nel quale Basquiat lo filma a sua volta mentre Jaffe realizza la scultura  “Inverted Oak”. Le fotografie di Jaffe offrono uno sguardo intimo al processo creativo di uno dei più grandi esponenti della street art di tutti i tempi, quando ancora non era nel vortice di popolarità della scena artistica newyorkese in cui di li a poco avrebbe frequentato Andy Warhol, David Bowie e una fidanzata che sarebbe diventata poi…

michael_ackerman fotografie

Penso di volere che le persone trovino qualcosa di loro stesse nelle immagini perché fotografo solo persone nelle quali riconosco qualcosa di me. Questo potrebbe suonare molto astratto, o addirittura falso, ma non so in che altro modo esprimerlo. Michael Ackerman La mostra a cura di Claudio Composti e Serena Del Soldato che comprende una selezione delle fotografie più significative degli ultimi anni di lavoro di Michael Ackerman  è in programma a LaBottega di Marina di Pietrasanta dal 8 maggio fino al 3 luglio 2016.  

Christopher Anderson foto

La storia della disuguaglianza è impossibile da ignorare al giorno d’oggi. Il tragitto che percorro la mattina attraverso Manhattan per andare al lavoro mi permette di osservare la povertà più spaventosa e la più sontuosa ricchezza.[…] Esiste una lunga storia fotografica che denuncia la povertà come le foto di Jacob Riis che ritraggono i bassifondi di New York del 19º secolo o le foto dei bambini senzatetto di Seattle firmate da Mary Ellen Mark. Tuttavia, i decenni più recenti hanno condotto all’esplosione di una fotografia forte, che mette in discussione i privilegi. Basta considerare, ad esempio, “Rich and Poor” di…

Roberto Conte - Complesso abitativo, di Jean Renaudie (1970-1983). Ivry-sur-Seine, Francia.

Ho iniziato a subire l’attrazione delle architetture caratterizzate da un utilizzo massiccio ed evidente di cemento alcuni anni fa e da allora li ricerco praticamente ovunque. Il mio approccio a questi edifici non é tuttavia ispirato al concetto estetico di bello/brutto, una dimensione che non mi incuriosisce e che in questo ambito trovo sbrigativa e superficiale. D’altra parte la mia ricerca non ha la presunzione di voler essere un’analisi in senso sociologico di quello che queste strutture rappresentano o hanno rappresentato, specialmente dal punto di vista abitativo, dato che si tratta di tematiche molto interessanti ma assai complesse. Quello che…

Patrick Tosani, Territoire VII

Per la prima volta in Italia, un’importante selezione di opere di Patrick Tosani. Al MUFOCO di Cinisello Balsamo dal 7 maggio 2016 fino al 12 settembre 2016. Il titolo La forma delle cose indica la particolare operazione di messa in scena e di creazione di nuovi significati che l’artista applica agli oggetti quotidiani, presentati secondo punti di vista inusuali e in forti ingrandimenti che mettono l’osservatore di fronte a forme e spazi sorprendenti e inaspettati. In generale, gli oggetti che fotografo sono prodotti industrialmente, sono delle cose. Nella serie Talons (tacchi – 1987), l’oggetto è riconoscibile come parte di una…